un uomo del futuro

Quanti giovani conoscono Adriano Olivetti ?
Quanti dei nostri manager ? dei nostri politici ?
Pochi credo. Purtroppo.
Adriano Olivetti, nato a Ivrea nel 1901, non era solo industriale, era soprattutto un uomo illuminato.

Dopo la laurea al Politecnico di Torino, il padre Camillo lo manda alcuni mesi negli Stati Uniti a studiare il sistema e l’organizzazione delle fabbriche americane.
Quando torna, entra nell’azienda di famiglia dal gradino più basso, l’operaio. E prova su di se la condizione del lavoratore dell’epoca, che così descrive:
“Una tortura per lo spirito, stavo imprigionato per delle ore che non finivano mai, nel nero e nel buio di una vecchia officina” e ancora: “occorre capire il nero di un lunedì nella vita di un operaio. Altrimenti non si può fare il mestiere di manager, non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri.”
Dopo una decina di anni, subentra al padre come Presidente e inizia un percorso di riorganizzazione dell’azienda che porterà  la Olivetti ai vertici dei mercati mondiali.

Ma non solo.
Attento alle esigenze del territorio e della suo rapporto con l’industria, nel 1937 partecipa alla stesura del Piano Regolatore per la Valle d’Aosta e l’anno successivo diventa membro dell’Istituto Nazionale di Urbanistica.
Nel 1953 apre a Pozzuoli una nuova fabbrica per le macchine calcolatrici che arriverà  a livelli di produzione superiori a quelli di Ivrea, eliminando almeno per quel che riguarda la Olivetti, il divario fra Nord e Sud Italia.
Con gli anni aumentano gli stabilimenti e crescono i laboratori trasformando l’azienda da meccanica in elettronica.
Le sue capacità  vengono riconosciute non solo in Ivrea, dove viene eletto Sindaco nel 1958, ma in tutto il mondo. A New York nel 1957 gli viene assegnato il premio per “l’azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale”.

La vera forza di Adriano Olivetti non è solo nelle capacità  imprenditoriali, ma nella sua idea di una fabbrica a misura d’uomo.
Le fabbriche erano costruite dai migliori architetti utilizzando enormi vetrate per consentire agli operai di vedere il sole e di non sentirsi isolati dall’ambiente circostante.
I salari erano circa il 20% più alti della media, fino al 40% in più delle altre fabbriche della zona di Ivrea, permettendo alle famiglie una vita dignitosa e decisamente più salutare.
Per primo (unico ?) Olivetti abbassò le ore lavorative da 48 a 45, diede il sabato libero ai dipendenti senza riduzione di salario, senza contrattare con nessuno. Costruì asili nido interni alle aziende, ambulatori medici e pediatrici, trasporti, servizi sociali.
Organizzò concerti, mostre, corsi, per il benessere e la cultura dei dipendenti (dei dipendenti, dall’operaio al dirigente).
Perfino le case che costruì per i suoi dipendenti potevano essere riscattate pian piano.
Riconobbe per primo l’importanza delle madri lavoratrici, concedendo un periodo di astensione dal lavoro di 9 mesi a salario intero (ricordiamoci che oggi è ridotto a 5 mesi).
Ritienne questi SERVIZI dovuti, non diritti strappati malamente dopo lotte sindacali.
Per tutti, dall’operaio al dirigente.

Adriano Olivetti era un imprenditore, un urbanista, un politico, un filosofo, un filantropo.
Un rivoluzionario, un utopista. Un uomo del futuro.

Purtoppo Adriano Olivetti morì improvvisamente nel 1960 senza lasciare eredi di pensiero.

La fonte di questo post è la puntata di La Storia Siamo Noi che trovate qui:
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=312
in particolare, sulla fabbrica a misura d’uomo, il video:
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=914
il video della puntata integrale:
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=806

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