la pausa pranzo

Ore 13.30 di ieri, pausa pranzo con un paio di colleghi in un bar strapieno, su una strada trafficata, sotto il sole, a parlare di lavoro (che altro abbiamo in comune ??)
Ore 13.30 di oggi, pausa pranzo al parco, da sola, su una panchina sotto un albero, chiaccherando con una signora che portava a spasso i cani, senza bisogno dell’ipod ascoltando gli uccellini e le foglie mosse dal vento…

Per me la pausa pranzo deve essere più pausa che pranzo. Ma non sempre si riesce.
Purtroppo la zona della mia azienda non offre niente di più di qualche parchetto striminzito e poi ogni tanto bisogna anche uscire coi colleghi e fare un po’ di PR.
Il motivo che però mi impedisce di più di andare al parco tutti i giorni è il tempo.
Già  il tempo di prepararmi un pranzo decente e portabile. Di certo non voglio panini plasticosi o “junk food” tutti i giorni.
Se la sera avessi mezzoretta in più per prepararmi qualcosina di buono e sano, insalata, pasta fredda, macedonia…

Lavorare 8 ore e farne più di 2 di viaggio al giorno mi lascia proprio pochissimo tempo, non dico libero ma nemmeno per fare qualcosa che non sia più dello stretto necessario. Forse sono io che non mi so organizzare, ma da quando mi sveglio alle 6,30 a quando vado a letto alle 23,30 sto sempre facendo qualcosa.
Perchè non lavoriamo 6 ore al giorno invece che 8 ? perchè non lavoriamo un giorno da casa ? perchè accentriamo tutti i lavori in città  obbligandoci a fare tutti le stesse intasate strade ?

Tornando alla mia pausa pranzo, ora che è arrivata la bella stagione non ho più scuse per la mia piccola ora di ozio.
Anche questo è downshifting.

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