Ieri salgo sulla metropolitana affollata e sento un bimbo molto piccolo che piange, piange disperato, singhiozza.
Non riesco a vederlo, ma penso “ora la mamma lo prende in braccio e gli passa”, dai mamma prendilo in braccio, prendilo in braccio…
Niente, il pianto continua… Fermata dopo fermata la metro si svuota e riesco a vederlo.
Un fagottino piccolo piccolo, in un passeggino grande, rivolto verso fuori. Quando la mamma gli si avvicina lui si calma, ma dopo pochi secondi lei si sposta e lui torna a disperarsi.
Mi si stringeva il cuore. Avrei voluto andare e prenderlo in braccio, stringerlo e cantargli una ninnananna… per lo meno sarei scesa dalla metro e mi sarei messa in un angolo tranquillo per farlo calmare.
Potendo scegliere (e chissà , magari questa mamma non poteva), avrei evitato di tenere un bimbo così piccolo nel passeggino, meglio l’ovetto (meglio ancora in fascia) e stare fronte-mamma.
Per un momento ho pensato di andare a vedere, di chiederle se voleva un aiuto, ma poi ho pensato che se fosse capitato a me, se una persona sconosciuta fosse venuta a dirmi cosa devo fare mi sarei sentita offesa.
Non voglio assolutamente giudicare la mamma. Non so la sua storia, non so come stava, se era in ritardo, se aveva dimenticato il latte, se era triste e quante volte quando il nostro bimbo piangeva in pubblico ci siamo sentite inadeguate e giudicate da tutti quegli occhi.
Certo è facile parlare “da fuori”, però io sono sempre a favore del contatto, dell’abbraccio e delle coccole. Non dico che le altre mamme non lo siano, per carità .
IO preferisco prendere mio figlio in braccio, preferisco portarlo in giro nella fascia ad altezza bacio piuttosto che nel passeggino, si addormenta ancora con me vicino e se di notte si sveglia e non vuole dormire non ho problemi a farlo venire nel lettone. Non è la ricetta perfetta, è solo quello che va bene per noi.
Per fortuna non siamo tutti uguali, ma voi cosa avreste fatto ?