Non tutti gli animali godono degli stessi trattamenti. Fra quelli che hanno una scarsa considerazione da parte dell’uomo, sicuramente c’è il pesce.
La paradossale domanda “sei vegetariano, ma il pesce lo mangi ?” come se non fosse un animale, riassume bene il concetto.
Giustamente proteggiamo le balene, ma del tonno in via di estinzione non si parla mai, anzi si continuano a vendere scatolette il cui prezzo è incredibilmente basso.
La pesca del tonno, ma non solo del tonno, non è sostenibile per diversi motivi: le tecniche usate (palamiti lunghe anche 100km o reti a circuizione che catturano migliaia di pesci alla volta, oltre a delfini e tartarughe), gli allevamenti che utilizzano tonnellate di altro pesce con il solo scopo di ingrassare e ingrossare i tonni e soprattutto i tempi di cattura, che non aspettano che gli stock si ripopolino.
Greenpeace ha stilato una classifica delle aziende più o meno sostenibili e la brutta notizia è che non è facile trovare una scatoletta “buona”.
Vi consiglio di leggere il report prodotto in seguito al questa ricerca.
Nel quotidiano cosa possiamo fare? Innanzitutto informarsi, anche se so che non si può andare al supermercato col portatile e gugolare di volta in volta la reputazione della marca, possiamo stamparci questa utilissima guida di Slow Food, che ci aiuta durante la spesa.
Dalla scelta del pescivendolo (dove sono stati pescati i pesci che vende, sono di allevamento o sono stati pescati in mare aperto ? e con che metodo ?), alla scelta del pesce di stagione (non solo frutta e verdura quindi), alle taglie minime, per non rischiare di comprare pesci troppo giovani che non hanno ancora raggiunto l’età riproduttiva impedendo così il ripopolamento, i consigli su quali specie acquistare per risparmiare un po’, fino ad arrivare all’elenco dei pesci NO e dei pesci SI, quali scegliere o non scegliere e perché.
Da leggere anche la guida ai consumi di Greenpeace, dove sono elencate chiaramente le specie più a rischio.
Imparare a scegliere cosa comprare è già un piccolo passo avanti.
Come spiegato chiaramente in questo video, il pesce è la fonte di proteine per più di un miliardo di persone, ma sempre più spesso i pescatori rientrano a reti vuote.
Nemmeno l’allevamento è una soluzione.
La maggior parte dei pesci allevati sono carnivori e per ottenere un chilo di pesce, sono necessari diversi chili di altri pesci usati come mangime. Quindi l’acquacoltura non “produce” nuovo pesce, anzi contribuisce a diminuirlo.
Il consiglio migliore però è quello più drastico, smettete di mangiare pesce.
Perchè come dice Bruto, i pesci sono amici non cibo.