Olio di Palma: cos’è e perché è meglio evitarlo

L’olio di palma è un ingrediente presente in moltissimi alimenti, soprattutto nei dolci, merendine e biscotti come componente della margarina.
Spesso in etichetta è nascosto sotto la dicitura “oli e grassi vegetali” (ma da dicembre 2014 sarà obbligatoria la descrizione estesa).
Viene largamente usato nell’industria alimentare perchè a temperatura ambiente è solido ed è relativamente poco costoso.

In natura si estrae dalla palma da olio che viene coltivata prevalentemente in Indonesia e in Malesia.

L’olio di palma grezzo è di colore rossiccio e contiene un’elevata percentuale di acidi grassi saturi, circa il 50%, è infatti l’olio vegetale che ne contiene di più, ma d’altro canto contiene anche un’elevata quantità di antiossidanti, delle vitamine A ed E e dei loro precursori.

Proprio per questo motivo, è stato indicato come un olio “buono”, capace di contrastare l’invecchiamento cellulare e di sopperire alle mancanze di vitamina A ed E.
Il problema però è che l’olio che si usa nell’industria alimentare viene raffinato. Con la raffinazione diventa incolore, inodore e perde le sue caratteristiche positive.
I grassi saturi invece restano e sono fra i responsabili delle malattie cardiovascolari e dell’innalzamento del colesterolo.

Quindi una prima risposta a “perchè è meglio evitare l’olio di palma” è: perchè fa male alla salute, soprattutto se pensiamo che i principali consumatori di questi prodotti sono i nostri bambini…

Purtroppo non è il solo motivo.
Come ho detto all’inizio la palma da olio viene coltivata prevalentemente in Indonesia e in Malesia.
Per permettere la coltivazione estensiva della palma, vengono utilizzati i terreni delle foreste, che sono foreste torbiere, ricche di corsi d’acqua, di biodiversità e di animali oramai in via d’estinzione come l’orango e la tigre di Sumatra.
Prima vengono tagliati i tronchi delle foreste e grazie al reticolo dei corsi d’acqua trasportati lontano dalle foreste e venduti.
Poi viene drenata l’acqua dei canali, la terra si trasforma in torba e viene incendiata.
Grazie al fuoco si abbassa l’acidità del terreno, si concima e vengono eliminati i parassiti, creando così le condizioni ideali per la piantumazione della palma.

A causa degli incendi, una grossa quantità di CO2 viene rilasciata nell’atmosfera, si stima dai 200 ai 400 MILIONI DI TONNELLATE di carbonio ogni anno, causando un’innalzamento dell’effetto serra.

Oltre ai danni sull’atmosfera, numerosi animali come rinoceronti, elefanti, tigri e oranghi stanno perdendo il loro habitat naturale (oltre a quelli che vengono uccisi proprio perché intralciano le coltivazioni, vedi questo articolo del Corriere….)

Le foreste sono fra i principali “serbatoi” di biodiversità. Perdendo loro stiamo perdendo buona parte del patrimonio naturalistico ambientale del mondo, senza contare che i danni dei pesticidi e la fragilità delle zone deforestate si espandono anche ai territori circostanti.

Quindi la seconda risposta è perchè fa male all’ambiente.

Il mio consiglio è leggete sempre le etichette, evitate di acquistare i cibi che contengono olio di palma e diffidate anche da quelli che si trincerano dietro la dicitura “olio e grassi vegetali”.
Purtroppo sono molte le aziende di “spicco” che lo utilizzano, ma non manca anche nei prodotti delle aziende che a prima vista sembrano salutari, come quelle che i producono prodotti senza zucchero o per chi ha intolleranze alimentari.

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2 commenti

  1. Ciao mi piace come tratti ampiamente gli argomenti.
    E’ importante che sia così, sull’olio di palma volevo fare una precisazione in quanto l’olio di palma viene utilizzato nei latti artificiali perché ricco di acido palmitico che è l’acido grasso maggiormente presente nel latte materno.

    ciao
    MAnu

    1. ciao,
      scusa per il ritardo nella risposta.
      Grazie per la precisazione e per il complimento 🙂

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